・ un paesino adagiato sulla sponda orientale del lago di Como
・ una storia d’amore ai limiti del reale
・ una merceria con un’importante storia alle spalle.
La “Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti” di Andrea Vitali scorre velocemente per la strana esuberanza sia della storia che dei personaggi, senza però lasciare un segno marcato.
Tra le righe del romanzo scorgiamo un mondo di provincia infestato da strane presenze: Rebecca, la perpetua convinta di scorgere in ogni angolo el diàbol bestia; Novenio, giovane poeta incompreso e le sorelle Ficcadenti, Giovenca e Zemia: la prima meravigliosa espressione del creato, l’altra terribile scherzo della natura.
Vitali crea una divertente sfilata di tipi umani, che però non godono di una ricercata tridimensionalità; sembrano piuttosto delle maschere agghindate per una carnevalesca commedia, nella quale il bello è sinonimo di buono e il brutto foriero di sventure. Annoia per un po’ la loro ripetitiva normalità umana che rende la storia monocromatica.
Chiarissimo il riferimento al Manzoni: i luoghi, i personaggi e in parte la storia ci riportano alle vicende di quei famosi Renzo e Lucia; soprattutto Don Primo, rivisitazione attuale di Don Abbondio e delle sue manovre matrimoniali!
“Da quella poltrona aveva consigliato e sconsigliato matrimoni, alcuni addirittura li aveva combinati orientando le scelte di un bravo giovane verso un’altrettanto brava giovane. A meno che non fossero socialisti, categoria che peraltro in paese aveva riportato un risibile risultato alle ultime elezioni del novembre 1913, e ancora stava annaspando”
Consigliato per letture leggere, dopo i pasti o prima di andare a letto.