Scrivere una storia, creare dal magma più profondo dell’anima un personaggio e poi materialmente partorirlo attraverso le pieghe della carta e dell’inchiostro.
Sfidare la materia attraverso i pensieri vaporosi e leggeri, plasmarla secondo capricciosi rumori del cuore e poi assistere silenziosi al distacco carnale e morboso di un personaggio che ti lascia perché comincia a vivere da solo, lontano da te.
Con la mia Penelope è accaduto proprio questo.
Ora lei, bella e stravagante, si denuda dinanzi ai suoi lettori e si lascia sconvolgere dai loro sentimenti che vibrano al racconto della sua storia.
Giovedì proveremo a parlare di lei e della sua essenza di donna insieme alla Professoressa Paola Cirasino, Presidente del Presidio del Libro di Ostuni, e ascolteremo alcuni passi del libro grazie alla voce dell’attrice sanvitese Maria Conte.
Io sono emozionata; scrivere è un atto silenzioso e cadenzato, un esercizio profondo di solitudine, ma cercherò di mostrarvi la genesi della mia Penelope, la sua linfa vitale e la sua stravagante passione per la vita e i suoi colori.
Ormai le Rive della nostra bella Itaca cominciano a popolarsi di tante amiche. Penelope è felice e lo sono anch’io.
Giovedì non mancate, noi vi aspetteremo.