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Giorno 1

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nero

Stanotte sono scappata.

Non per coraggio, quello forse è uno di quei sentimenti liquidi e informi che qualcuno ha deciso non debba appartenermi.

Sono scappata e non so nemmeno come ci sia riuscita.

Stanotte pioveva, il computer era rimasto acceso e il rumore della ventola si confondeva ai respiri del cielo e a quelli di questa dimensione.

Non ho ben capito cosa sta succedendo fuori. Dal luogo in cui mi teneva nascosta, le cose non si percepiscono molto bene, appaiono distorte nella loro realtà. È arrivato qualcosa di molto strano da lontano e tutti hanno cominciato ad avere paura.

Penso avessero dimenticato la paura.

Penso avessero dimenticato un sacco di cose dall’altra parte.

Qualche giorno prima di fuggire, l’ho osservata. Lei aveva una mascherina appesa accanto alla scrivania e un paio di guanti blu.

Non veniva a trovarmi da mesi, penso mi avesse dimenticata.

Da giorni non andava a lavoro, era come se la sua realtà si fosse fermata.

Avranno deciso di riprendere fiato?

Non riesco a decifrare, è tutto confuso.

Però sono riuscita a scappare.

Non riesco a capire bene dove mi trovo ora, ma qui sono da sola, anche se uno strano schermo mi rimanda delle immagini.

Ci sono uomini e donne vestiti di bianco e verde, indossano maschere e guanti di plastica, fanno conti su conti e mi pare di aver capito che quei numeri siano persone.

É arrivato qualcosa di molto strano da lontano e li sta colpendo tutti. Dicono sia una guerra, ma dalle loro barricate il nemico è invisibile.

Sono strani, ne ho avuto la certezza quando lei è venuta a trovarmi la prima volta.

I suoi occhi brillavano, intorno c’era una musica assordante; poi ha cominciato a farmi il solletico, ma non mi ha mai fatto ridere.

Con lei è sempre stata una lotta, una dura lotta.

Un anno di noi!!!

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buon-compleannoOggi il blog Le Parole di Organza compie un anno!!!
Un anno pieno di scrittura ed emozioni, un anno di ricami d’inchiostro e pieghe dell’anima che hanno reso la mia vita piena di sfumature e di nuove, esilaranti possibilità.
La scrittura fa parte della mia vita, è cucita sotto la mia pelle e batte rumorosa e irruente a due passi del cuore, tingendo il mio sguardo di uragani e sensazioni.
Questo è stato un anno importante…la nascita di questo blog mi ha dato la possibila di farvi conoscere la mia scrittura e parte delle mie strampalate idee.
Oggi è giorno di festa.
Ringrazio di cuore le persone che mi hanno accompagnato in questa nuova fantastica avventura:
Emmanuela che ha fatto materialmente nascere questo blog e Francesco il mio insostituibile correttore di bozze, senza il quale nulla nella mia vita sarebbe mai possibile.

Nel Profumo dei Gigli ospite della rassegna letteraria “Il Segnalibro”

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fotina 4I sogni sono fatti di bolle d’aria cariche di profumi…
Partecipare alla rassegna letteraria “Il Segnalibro” organizzata dalla Feltrinelli Point di Brindisi è stata un’esperienza molto emozionante. La nostra Penelope è stata presentata dalla Professoressa Ornella Di Marco, mia Prof. di Lettere del Liceo. Ritrovarci in questa occasione è stato fantastico. Lei conosce le profonde sfumature della mia scrittura e della mia anima. Ero una bambina quando lei correggeva i miei compiti incitandomi a proseguire il mio cammino nel mondo folle e stravagante della scrittura. Ieri sera lei era accanto a me, parlava del mio libro e della mia storia.
Nei cieli d’estate cadono stelle e piovono sogni…forse una stella è caduta su di noi a benedire il mio cammino…

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La Rassegna Letteraria ” Il Segnalibro” ospita Nel Profumo dei Gigli

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segnalibro

Penelope e la sua storia saranno ospiti Martedì 28 Luglio della rassegna Letteraria “Il Segnalibro”, organizzata da La Feltrinelli Point di Brindisi con il patrocinio del Comune. Siamo orgogliosi di far parte di questa bella iniziativa che vedrà avvicendarsi nella splendida location dell’Ex Convento Scuole Pie di Brindisi nomi importanti del giornalismo e della letteratura: Toni Capuozzo, Andrea Scanzi, Luca Bianchini, Davide De Zan e tanti altri che renderanno piacevoli le serate brindisine. sedia
Personalmente sono molto emozionata perché mi accompagnerà in questa nuova avventura la mia professoressa di lettere, Ornella Di Marco, che ha lasciato cadere in me i semi di quell’amore incondizionato per la letteratura, spronandomi con le sue parole ad intraprendere questo difficile cammino.
Vi aspetto numerosi!

Scarpette di cristallo o rosse come la violenza?

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SAMSUNG TECHWIN DIGIMAX-340

Una scarpetta di cristallo. Una scarpetta di cristallo abbandonata sulla lunga scalinata di marmo del sontuoso castello di un sontuoso principe in un sontuoso regno. Una scarpetta di cristallo simbolo di un sogno di felicità coniugale necessaria alla realizzazione esistenziale di una giovane donna ricoperta di stracci liberata, dal suo aitante principe.

Siamo abituate a sognare di perdere quella scarpetta allo scoccare della mezzanotte, siamo abituate a far scivolare via quella scarpetta volontariamente, perché così potremo aspettare con ansia il principe che il giorno dopo sicuramente ci ritroverà. La scarpetta di cristallo calzerà perfettamente e noi saremo felici, felici di essere rinchiuse in un castello, felici di diventare come il cristallo, abituato solo a riflettere la luce che appartiene ad un altro sole.

Ci raccontano queste favole per tenerci buone da bambine.

Ho letto la notizia delle due donne decapitate in Siria perché accusate di stregoneria e ho pensato subito che le loro scarpette non potevano essere di cristallo. Cosa avranno mai provato mentre la lama tenuta da una mano maschile affondava nella loro carne? Quali pensieri avranno mai fatto mentre le loro teste ancorate ad un’intelligenza universale venivano tagliate via?

Nessuna scarpetta di cristallo, nessun sogno di cristallo, nessun pensiero, nessun amico, nessun rumore.

Le scarpette di cristallo appartengono alle belle favole dove le principesse vengono impalmate e non decapitate. Le nostre scarpe sono rosse, sporcate dal nostro sangue che continua a scorrere. Diventano sempre più rosse ogni volta che violentano la nostra anima e il nostro sesso, ogni volta che una delle nostre teste cade rumorosamente a terra, ogni volta che ci regalano un seggio o una carica pubblica alzando il tono esultante della loro voce da uomini mentre festeggiano i nostri successi. Le scarpette continueranno ad essere rosse finché il nostro piacere sarà cucito alla nostra carne, finché gli uomini faranno cadere le nostre teste e ci accuseranno di stregoneria, finché la nostra politica parlerà di quote rose che hanno il sapore di uno zuccherino che premia la buona condotta.

Per danzare abbiamo bisogno di scarpette, scarpette rosse come la forza vitale, non come il sangue!

Penelope e la sua prima presentazione…

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Presentazione libro A3Scrivere una storia, creare dal magma più profondo dell’anima un personaggio e poi materialmente partorirlo attraverso le pieghe della carta e dell’inchiostro.
Sfidare la materia attraverso i pensieri vaporosi e leggeri, plasmarla secondo capricciosi rumori del cuore e poi assistere silenziosi al distacco carnale e morboso di un personaggio che ti lascia perché comincia a vivere da solo, lontano da te.
Con la mia Penelope è accaduto proprio questo.
Ora lei, bella e stravagante, si denuda dinanzi ai suoi lettori e si lascia sconvolgere dai loro sentimenti che vibrano al racconto della sua storia.
Giovedì proveremo a parlare di lei e della sua essenza di donna insieme alla Professoressa Paola Cirasino, Presidente del Presidio del Libro di Ostuni, e ascolteremo alcuni passi del libro grazie alla voce dell’attrice sanvitese Maria Conte.
Io sono emozionata; scrivere è un atto silenzioso e cadenzato, un esercizio profondo di solitudine, ma cercherò di mostrarvi la genesi della mia Penelope, la sua linfa vitale e la sua stravagante passione per la vita e i suoi colori.
Ormai le Rive della nostra bella Itaca cominciano a popolarsi di tante amiche. Penelope è felice e lo sono anch’io.
Giovedì non mancate, noi vi aspetteremo.IMG_20150604_102136

Aspettando il 4 Giugno!!!

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partire‪#‎sullerivediitaca‬ oggi ho un po paura…
Mancano tre giorni e poi Penelope lascerà le nostre rive per sussurrare la sua storia Nel Profumo dei Gigli
Insieme ci siamo fatte forza, ci siamo arrabbiate ed emozionate, abbiamo attraversato i sentimenti e abbiamo provato a racchiuderli in una storia…
Ora la storia sarà vostra,così come Penelope e come questa esperienza, terribilmente emozionante…
Aspettando il 4 Giugno!

La nostra storia comincia da qui…

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macchinaEra un giorno di settembre ammorbato di tristezza, un giorno come tanti, quando l’estate piano sfuma verso l’orizzonte perdendosi nelle sue sfumature di caldo e colori. Era un giorno pieno di ricordi, di immagini lontane e di paure. Era un giorno in cui l’amore aveva tradito se stesso ed era fuggito lontano, aveva lasciato, vigliacco, che io mi arrendessi senza lottare. Mi aveva vinto, frantumandomi.lancio
In quel giorno, immersa nel silenzio solitario della mia stanza, è nata Penelope, annodata al cordone ombelicale della sua storia.
L’avevo vista passeggiare dinanzi ai miei occhi, l’avevo coccolata, aspettata, a volte anche ripudiata, ma lei era sempre tornata a fiorire nei miei pensieri, idea sulfurea di poesia. Non era stato facile scrivere altre storie, creare altri mondi e poi distruggerli, ma Penelope era forte e continuava a sfidarmi, come un guerriero pronto ad affondare la sua lancia contro il nemico, guardandolo negli occhi. Sì, mi guardava negli occhi la mia Penelope e la sua storia profumava di cicatrici e coraggio, la sua storia aveva il sapore della terra e i colori dei tramonti, la sua storia doveva essere raccontata.
Eravamo due anime alla ricerca di serenità; ci siamo incontrate e sfidate come correnti e alla fine ci siamo inseminate e partorite a vicenda, creando Nel Profumo dei Gigli.
Una storia di donne, cicatrici e colori; per voi dal 4 Giugno, Lupo Editore.

Attimi…

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Jeremy Lipking - Tutt'Art@ (15)

Sulle rive di Itaca il tempo si prende gioco di me.
Cerco di rendere leggeri i miei sogni, ma la realtà li sgualcisce, trasformandoli in leggeri fogli di zucchero vulnerabili come la vita che cerca di generarsi e a volte annega in una possibilità sprecata.

Sulle rive di Itaca cerco di ritrovare me stessa e il gomitolo del mio passato.
Come una tessitrice accarezzo le trame di organza, creo ricami e mi perdo nelle cicatrici del tessuto.

Le cicatrici… le conosco da sempre, impresse nelle pieghe del cuore e nelle ombre della pelle.

P. M.

Ricami D’inchiostro recensisce D’amore e Ombra di Isabel Allende

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ombra

• L’amore tra due ragazzi

• La storia atroce di una dittatura

• Gli sconfinati paesaggi di una terra meravigliosa: il Cile

Mix incandescente, sorprendentemente dosato da una Allende caustica, D’amore e ombra, romanzo del 1984 dell’autrice cilena, lascia affondare il lettore nella grande storia.
Francisco e Irene, come moderni Renzo e Lucia, sono immersi completamente nello sfondo rivoluzionario di una storia gigante e crudele che investe la vita degli individui, costringendoli ad abbandonare le certezze di una vita ordinaria. La Allende plasma la materia letteraria modellando dei personaggi tridimensionali capaci di imprimersi con tenacia nella mente del lettore.
Irene e Francisco sono i vertici di due mondi contrapposti che si compenetrano grazie alla magia di un amore travolgente e passionale, sentimento dipinto dall’autrice con rinascimentale cura della bellezza e della poesia. Irene è solare, piena di interessi, borghese e idealista; crede di vivere in un mondo incontaminato, così come i genitori le hanno scrupolosamente fatto credere.
Francisco, un ragazzo con le mani sporche di realtà, rivoluzionario e politicamente attivo, fa parte di un’organizzazione segreta che aiuta le persone a fuggire dal regime dittatoriale.

“Francisco non indietreggiava nel momento di affrontare la violenza, era una anello di quella lunga catena umana che si muoveva nella clandestinità e lui conosceva la dittatura dietro le quinte. (…)
Ma la repressione non l’aveva ancora toccato, riusciva a scivolare sfiorandola appena, sempre sul bordo dell’abisso”

Due mondi paralleli quelli della giornalista e del fotografo costretti a scontrarsi e a pervadersi dinanzi alla scomparsa misteriosa e sospetta di Evangelina Ranquileo, una giovane contadina affetta da isteria, portata via dalla polizia.
Magistrale è l’opera della Allende che riesce a mescolare, attraverso la potenza della sua scrittura, l’atroce palcoscenico della dittatura di Augusto Pinochet ai profumi inebrianti della sua terra, creando un anfratto letterario nel quale l’amore tra i due protagonisti sembra divenire l’antidoto alle brutture della realtà. Nonostante tutto riescono ad amarsi, Irene e Francisco, e le pagine dedicate al loro amore pungono il cuore di cristalli incantevoli di parole.

Assolutamente da leggere e conservare.