Oggi mi sono ritrovata a sfogliare le pagine leggere del calendario, che silenziose sussurrano il passare inesorabile del tempo…
Come una bimba curiosa ho strappato il gruzzoletto di fogli e mesi appeso al chiodo…
Il tempo era tra le mie mani e il suo carico di speranze e progetti pesava sull’elenco interminabile di giorni, numeri e date. Le stagioni si susseguivano fulminee ed io continuavo a farle scorrere, assetata di primavera.
La primavera, cara immortale signora, gioca spensierata con il suo amico tempo e si beffa delle nostre vite stropicciate.
Si nasconde nelle profondità della nostra meravigliosa terra, coccolata dalla sua pastosa maternità, ed attende di essere accecante immensità di colori. La pioggia scorre ancora violenta sulla sua culla di radici ed alimenta i suoi singulti, consumandosi in questi ultimi giorni d’inverno. Il vento schiaffeggia ancora le lunghe notti senza stelle e il freddo assopisce la vita stordendola lungo le braccia degli alberi, pietrificati contro un cielo ancora carico di nuvole.
Ma la signora Primavera sta arrivando sul suo cocchio adorno di fiori, fasciata da leggeri vestimenti di organza; tra qualche giorno apparirà, diafana creatura, e corteggiandola si unirà attraverso un ancestrale atto d’amore a questa terra generosa, facendola impazzire di vita…
La sua follia di colori ci possiederà e avremo ancora voglia di cantare, di giocare e di vivere.
Perché ogni primavera, come un atto propiziatorio, ci riavvolge alla vita ricordandoci la sua tenace forza carnale, il suo coraggio e la sua potenza femminile capace di sconfiggere, sempre, il più lungo degli inverni .