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Una meridionale al nord

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toto-1Capita un po’ di tutto nella vita e, a volte, capita davvero che i sogni si realizzino. Una chiamata improvvisa, una valigia fatta in fretta, il tempo di un saluto che non hai avuto il tempo di metabolizzare. E ti ritrovi catapultata dal tuo caro microcosmo di provincia in una grande città del nord. Ti ritrovi improvvisamente particella fluttuante in un mare di velocità urbana, in una mega corsa collettiva della quale stenti a vedere la meta e anche i volti. Parte di una realtà che parla tante lingue, miscuglio di radici e ricordi, impasto di paesi e storie.E ti ritrovi ad essere straniera.In questo nord che sa di tanti accenti, nel quale senti di poter confondere anche il tuo, convinta del fatto che non ti riconosceranno… E invece no.

Le avventure del tuo DNA meridionale iniziano da subito. Cominciano dal viaggio in treno e dallo strano odore proveniente dalla tua borsa, che comincia a destare sospetti nei compagni di viaggio. Vallo a spiegare ai signori viaggiatori che tua madre crede che al nord non esistano i supermercati e, ha concentrato le derrate alimentari di un mese nella serie di panini ben compressi nell’alluminio e successivamente nella tua borsa. Senza trascurare un paio di litri di acqua, una piantagione di banane e un scorta di cioccolata, per la sopravvivenza, in caso di mancanza d’affetto. Ovviamente non c’è da sbalordirsi se la signora super griffata, che ti siede accanto con il naso puntato a portata di smartphone, ti lancia guanti di sfida con lo sguardo. E non soltanto si lamenta dei suoi collaboratori che vorrebbe “mandare al macero”, ma anche del ritardo di questi treni che dal sud partono spinti a mano.Ma una volta superate le dodici ore di treno, digeriti i dieci panini e sbucciata l’intera piantagione di banane, credi che il gioco finalmente sia fatto e ti prepari a mimetizzarti in questa bella città del nord. E no… Le avventure di una meridionale, proveniente da un microcosmo di provincia, non sono finite: deve interagire con i suoi simili e deve nascondere un accento che viene scambiato per calabrese e lo strano lessico utilizzato nel suo microcosmo di provincia. Perché, cara meridionale in trasferta, il biglietto si chiede per l’autobus e non per il pullman, il conchiglione strabordante di cioccolata qui si chiama lumachina; e se sfiori leggermente con lo sguardo qualcuno devi chiedergli scusa fino allo sfinimento così come fanno loro con chilometriche affermazioni cortesi.

Per il momento dal Norde é tutto. Passo e chiudo.

Scorci di un microcosmo di provincia: la palestra!

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foto-palestra

Sui campi di battaglia, si sa, prima o poi è necessario firmare un trattato di pace.
Finalmente io e i miei strati adiposi ci siamo riusciti e, dato scrittura alle nostre ultime volontà, abbiamo firmato un accordo e ci siamo iscritti in palestra.
Una catastrofe!
Ma voi ci pensate? Passare dal calduccio del plaid, dalla compagnia di un buon libro aromatizzato dal profumo di una tazza di tè (con biscottini assortiti alla cioccolata di contorno) al freddo clima da obitorio di una palestra.
Non è l’accordo di un trattato di pace: è letteralmente la fine! Un’avventura, una discesa dantesca agli inferi, un inverno sulle cime tempestose della tenuta di Heathcliff non sono nulla al confronto della mia entrata in quel luogo di tortura disumano.
Luce al neon, aria tropicale, affollamento da mega offerta speciale di biscotti al cioccolato e poi lui, il tuo istruttore, che con passo plastico dovuto alla gommosità irreale dei suoi muscoli si avvicina per darti il benvenuto.
“Ciao! Sono contento che ti sia iscritta in palestra. Cominciamo subito!”
Allora, caro amico gommoso, mettiamo subito le cose in chiaro: apparteniamo a due galassie destinate a non incontrarsi mai. Io nella mia vita ho frequentato solo gente simpatica: gelatai, pizzaioli, pasticceri e soprattutto salumieri. Perché il mio mondo, caro amico, è fatto di cioccolata, pizze, gelati, panini strabordanti di affettati. Sai, è un mondo felice. Il tuo… Beh, diciamo è un po’ asettico, plastico, faticoso.
Ma va bene, io ho firmato un trattato di resa e stasera sono qui davanti a te, gommoso amico, pronta a capirti, ascoltarti, assecondarti.
“Allora su cosa dobbiamo lavorare? Qual è il tuo problemino?”
Ecco, due galassie.
Per me, caro amico gommoso, non è stato semplice venire qui, abbandonare il mio divanetto, il vasetto di cioccolata e le mie amiche calorie. Sono anni che non metto un piede in palestra e potrebbero diventare secoli, se tu, Al Capone del bicipite, mi accogli così. I miei non sono problemini, sono scelte di vita e poi, se proprio lo vuoi sapere, mi ero affezionata ai miei chili di troppo ed era diventato difficile dir loro addio. Non c’era bisogno di sottolineare!
Mi faccio forza e confesso le mie colpe. Lui mi guarda e mi dice:
“Tranquilla, avremo tanto da lavorare, ma ci riusciremo. Certo, devi cominciare a bruciare…”
E certo, perché sembra facile a lui gommoso uomo da palestra usare il verbo bruciare. Secondo te se io fossi stata capace di bruciare le mie calorie sarei venuta da te, uomo di un’altra galassia, a chiedere aiuto? Faccio un respiro e lo seguo.
Aria caraibica, l’intera squadra di Baywatch in serie attaccata alle attrezzature intenta ad allenare chilometri di muscoli in trazione. Facce corrucciate, serie, impegnate in quell’attività che appare come una questione di vitale importanza. Provo a sorridere a qualcuno di loro, sfodero la mia faccina simpatica, sussurro anche qualche timido “ciao”. Mi guardano, sono stupiti, si accorgono che i miei muscoli, forse, dormono sotto qualche strato in più di grasso, riconoscono in me una specie a loro sconosciuta, sono il nemico. Mi puntano! Non rispondono ai miei saluti e i loro bicipiti accennano una rivolta.
Sono impaurita, guardo il mio amico gommoso e mi fa segno di salire, devo cominciare a riscaldarmi.
Accende il tapis roulant.
La catastrofe ha inizio!
Continua…

Penelope ed una nuova avventura!!!

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vit22

Buongiorno mie cari lettori…oggi di comune accordo con Penelope abbiamo deciso di condividere con voi una delle nostre strampalate avventure: abbiamo,qualche giorno fa, iscritto il nostro romanzo al suo primo concorso letterario!!! Siamo molto emozionate!!!
Abbiamo bisogno però del vostro aiuto!!! Il concorso al quale stiamo partecipando e “Il Tombolo” organizzato dall’associazione ProCantù e prevede una prima fase durante la quale i romanzi iscritti saranno votati online. Solo i primi 10 romanzi più votati avranno accesso alla seconda fase, durante la quale una giuria tecnica valuterà le opere.
Sono sicura che mi aiuterete in questa nuova avventura. Vi posto il link scorrendo la pagina troverete la copertina di Nel Profumo dei Gigli, se volete potrete cliccare sulla manina e votare Penelope e la sua storia.fotina 5

Ad Maiora!!!

http://www.procantu.co.it/premio-letterario/4a-edizione-2016/