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Nuova sfida per Penelope:Festival del Libro Possibile!!!

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il libro possibileAbbiamo iscritto la nostra Penelope e Nel Profumo dei Gigli  ad un nuovo contest letterario. Questa volta, grazie al vostro aiuto, potremmo ottenere una delle vetrine più importanti del nostro territorio: Festival Il Libro Possibile Di Polignano!!!
Se riuscissimo ad arrivare al primo posto con il maggior numero di Like potremmo aggiudicarci una presentazione del libro proprio durante una delle serate del Festival!!!

Conquistare questo bel traguardo sarebbe fantastico, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto per continuare a sognare e per regale una splendida possibilità alla nostra tenace Penelope, che ha ancora voglia di far conoscere e apprezzare la sua storia!!!

Votare e semplicissimo:
* clicca sul link

https://foto-app.appspot.com/app/foto/item/100632460031212/5899592059584512

* lascia il tuo like sulla pagina de Il Festival Del Libro Possibile nel riquadro in alto
* conferma sempre nello stesso riquadro
*clicca ok
*clicca su conferma
* VOTA.
Grazie mille!!!!

copertina_official

Parlando d’amore: intervista alla Signorina Mafalda Russo

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donne bar
Ho avuto il piacere di incontrare alcuni giorni fa la Signorina Mafalda Russo, protagonista ombrosa e silente di Nel Profumo dei Gigli. Insieme, davanti ad una fumosa tazza di tè, abbiamo chiacchierato sull’amore e sulle sfumature di questo strano sentimento che ha profondamente scalfito la sua vita.
“Signorina Mafalda, l’abbiamo conosciuta attraverso le pagine di un racconto, ma mi è parso di capire che lei abbia tenuto questa storia chiusa in uno scrigno per molti anni della sua vita. Perché?”
“Provi ad immaginare una ferita. Cosa facciamo quando, presi dal panico, ci accorgiamo di esserci fatti mali? Copriamo subito la lacerazione e cerchiamo ad occhi chiusi di fasciarci. Bene, io ho fatto questo, mi sono fasciata per sentire meno dolore.”
“Mi parla di lacerazione e di dolore, ma stiamo parlando di amore. Cos’è per Mafalda l’amore?”
“Una malaria”
“Una malattia, quindi?”
“Ci sono i sintomi, c’è un’evoluzione, un picco ed una lenta guarigione. Ogni malattia ci fortifica e in qualche modo ci rende più energici, ci rende migliori.”
“Si è innamorata da ragazza, e poi?”
“Credo che si ami solo una volta veramente. L’amore ci marchia ed in modo indelebile. Ci si incontra una volta, una sola, eterna volta, e si sceglie di farsi pervadere da una sola corrente… Le altre sono spirali di vento.”
“Quindi ci sta dicendo che non ha amato più…”
“Forse non ha letto la mia storia… Ho amato ogni giorno della mia vita e ho cercato di difendere il mio amore senza sgualcirlo, senza sciuparlo, senza permettere al dolore della delusione di annientarlo… Ho distrutto per un po’ me stessa, ma mai il mio amore.”
“Lo ha difeso?”
“Certo. E continuerò a farlo, perché mi ha insegnato la bellezza della vita, la fragranza dei colori, la poesia della natura e la profondità dell’anima. Ti accorgi di avere un’anima, proprio quando inizi ad amare.”
“Ma nel fare questo ha dimenticato se stessa…”
“Dimentichiamo sempre qualcosa…”

Mi ha lasciato con queste parole, la Signorina Mafalda Russo…
Forse il nostro incontro è stato un bagliore racchiuso in un sogno, in una delle lunghe notti di inverno quando persino le stelle si tengono vicine per farsi compagnia. Forse l’ho incontrata davvero, in uno scontro di ombre e fantasmi… Forse la sua storia non esiste, o forse si rigenera ogni volta che una donna sceglie di amare e di donarsi completamente a questo sentimento. Perché Mafalda appartiene ad ognuno di noi, è il nostro lato più tenace dell’amore. Tutti abbiamo uno scrigno come il suo e come il suo carico di ricordi e vecchie fotografie. Giochiamo a dimenticare certe esperienze, ma non dimentichiamo mai davvero; il ricordo è tenace, e le lacerazioni lasciano sempre cicatrici.
Le sue parole sono forti come uragani e mi sembrava giusto celebrare la sua poetica visione della vita, condividendola con voi che tanto l’avete amata e odiata come personaggio…

Ad maiora e Buon San Valentino, anche se credo che ogni giorno l’amore dovrebbe essere celebrato.cuori

Ricami D’inchiostro recensisce Teresa ha gli occhi secchi di Alberto Colangiulo

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  • teresa immagineUn Pub, il Nostoi Pub, incastrato tra la salsedine del mare e i profumi di una cucina forte che si esprime e imprime per dissonanza di ingredienti.
  • Un uomo, il ‘Vara, personaggio fiabesco dalle mille sfumature. Un acrobata di storie e sentimenti o forse un pirata sfuggito ad una tempesta, finito tra le braccia di un porto e di un donna: Teresa.
  • Teresa, il suo collo seducente e i suoi occhi. Secchi.

Questi gli ingredienti speziati dell’ultimo romanzo di Alberto Colangiulo, autore salentino che abilmente mescola, grazie alla sua penna incantata, dissonanze e opposti, impastando la storia di un omicidio a quella di un porto, espressione di una terra selvaggia e meravigliosa. Troppo bella e incontaminata per essere apprezzata dai suoi abitanti, i Pelacani.
Teresa ha gli occhi secchi, edito da Lupo Editore, rapisce, coinvolge e lascia navigare il lettore tra le onde di una tempesta di sentimenti che schiaffeggiano, costringendo a riflettere sui grandi interrogativi dell’essere umano.
Il ‘Vara primeggia orgogliosamente conscio del suo fascino perverso. Uomo dai mille abissi che induce a far sprofondare l’anima per assaporare davvero la bellezza di una vita che deve sempre essere pienamente vissuta. Quasi come se fosse un piatto, uno dei suoi, dove tutti gli ingredienti si sfidano in una lotta di sapori e dove le dita vanno inzuppate tutte nel piatto, senza galatei, perché solo così il sapore ti attraverserà.
E poi Teresa, donna seducente e silenziosa, che si muove tra le ombre del Nostoi Pub servendo birra e pulendo tavoli. Intorno a lei favole e tempeste si muovono, fasciando il suo corpo di mistero e di bellezza. La sua storia centellinata tra le pagine del romanzo induce ad incollare gli occhi al libro lasciando che la nave guidata dall’autore attraversi un oceano di pensieri, tra indagini e ricordi, tra leggende e ricette, tra l’apparenza e il vero essere.
Magistrale la penna di Colangiulo che riempie di sfumature una storia forte e incisiva.

La lettura del libro crea dipendenza e alla fine ti viene voglia di andare al Nostoi Pub per bere un Bambinello, mangiare maltagliati ruvidi di grano duro con melanzane e cozze, e sopratutto per sentir cantare il ‘Vara e la sua vita, mentre le tue dita affogano nel piatto.

“Dietro ogni azione c’è sempre un sentimento che la muove.
E i sentimenti sono solo due, come in due è diviso il giorno, come in due sono divisi i suoni. O c’è musica o c’è silenzio. O è giorno o è notte. O è amore o è odio. Tutto il resto sono solo sfumature continue di questi opposti. E allora sarà un sentimento dolce, sfumatura dell’amore, che ci farà donare un fiore, o sarà l’invidia, sfumatura dell’odio, a farci commettere brutte azioni, con le mani o con le parole.”